
Il paradosso di Facebook è che molti rinunciano ad una ”reale” uscita con amici “veri” preferendo chattare su Facebook, farsi gli affari di altri utenti o giocare ai vari giochi offerti dal social network. Il professore Munno che si occupa dell'ambulatorio dice che un'overdose da Facebook «non è ancora classificata come vera e propria patologia psichiatrica»; in ogni compulsivo da Facebook, tuttavia, esiste e cresce una sindrome latente: «E’ il rischio del distacco dalla realtà - spiega ancora il professore -: tra i casi segnalati, ci sono quelli di persone che arrivano tardi al lavoro perché non riescono a spegnere il computer attraverso il quale dialogano a distanza. Oppure uomini e donne che soffrono di deprivazione del sonno, che sviluppano un isolamento dal resto della famiglia, figli compresi, passando ore e ore della giornata o della serata chiusi in stanza o addirittura in uno scantinato trasformato in angolo-Facebook».